19 marzo 2013

UN CILINDRO, UNA CHITARRA E UN PAIO DI OCCHIALI DA SOLE

                                            

"Sia chiaro che i Guns 'n Roses rimarranno sempre una mia priorità. Però eravamo tutt'altro che pronti a incidere un album, per cui ho deciso momentaneamente di muovermi da solo. Quando si è presentata l'opportunità non mi sono certo tirato indietro.
Quando si parla di Guns, tutto assume sempre dimensioni paradossali e spropositate, il massimo per una stampa assetata di pettegolezzi. Ma se c'è qualcosa che ci ha stimolati sin dal primo giorno ad andare avanti è il fatto di aver sempre combattuto contro tutto e tutti.
Per il nuovo album c'è sempre tempo..."

Parole e riff di Saul Hudson, in arte Slash. Era la fine del 1994.
No, Slash, non c'è più tempo, la Messa è finita.


                     GUNS N' ROSES SAGA - Pt. 1 di A. Vanzelli - A. Chimenti


Il primo nucleo nacque nel 1985, dalla fusione dei L.A. Guns e degli Hollywood Rose, da cui provenivano Axl Rose e Izzy Stradlin: l'unione dei due nomi portò ai Guns n' Roses.
I dissapori cominciarono presto, ben prima dell'uscita del loro primo EP "Live ?!*@ Like a Suicide". Ole Beich, il bassista, lasciò la band per primo (finendo fuori dalla scena musicale e morendo in Danimarca pochi anni dopo in circostanze misteriose), seguito a ruota dal chitarrista Tracii Guns. Nel gruppo subentrarono Duff McKagan e Slash. Il resto è storia.

"Take me down to the Paradise city, 
where the grass is green and the girls are pretty, 
take me home (oh won't you please take me home...)"

Tre singoli assurdi come "Paradise City", "Welcome to the jungle" e "Sweet child o' mine" e un album che esplode come una bomba piena di chiodi: i ragazzi sono già a casa, sono arrivati nel loro Paradiso.
Non trovarono solo erba verde e ragazze carine: c'erano, ad aspettarli, anche polemiche a non finire, spesso create ad arte dalla stampa, c'era uno stress troppo grande per dei ragazzi subito proiettati nell'Olimpo del Rock, c'erano alcool e droga.
Axl è un padre padrone ma sembra l'unico capace di resistere alla tentazione di cadere nel tunnel, i suoi compagni vivono di stravizi, al punto da essere soprannominati "Lines n' Noses" ("piste" e nasi).

Dopo due anni vissuti a velocità folle, tra storie con groupies compiacenti e pornostar, tra insulti al pubblico e critiche per presunti testi razzisti, finalmente Slash e soci decisero di ripulirsi e di darsi una calmata.
Tutto inutile.
Steven Adler fu allontanato e ricominciarono gli avvicendamenti nel gruppo. I problemi di droga continuarono e anche le polemiche.
La musica no, quella restava uguale. E restavano uguali le loro performance live (sempre di ottimo livello), i kilt scozzesi, le bandane e le camicie a quadri di Axl e la zazzera e i riff di Slash.
Uscirono "Use your Illusion 1" e "Use your Illusion 2" e furono nuove "rose" prive di spine. 

"Allora non preoccuparti del buio,
possiamo ancora trovare un modo
perchè niente dura per sempre,
nemmeno questa fredda pioggia di Novembre."

Già, Axl, nulla dura per sempre. E con una "guerra civile" in atto nel gruppo, la fine attendeva dietro l'angolo.


Il rapporto tra Axl e Slash risultò conflittuale sin dall'inizio.
Durante i primi tempi, i due strinsero facilmente amicizia, raccontandosi in modo crudo delle loro vite e delle loro difficili giovinezze e questò saldò il loro rapporto.
Slash ne era ammirato. affascinato dal suo carisma e dalla sua eccezionalità sul palco ma non riuscì mai a comprendere i suoi modi di fare, che spesso rasentavano l'auto-sabotaggio, nel suo ribellarsi a tutto e a tutti e nelle sue folli scelte.
Axl era il nero e il bianco, la pioggia mentre il sole ti bacia il viso e gli altri ragazzi dovevano sottostare alle sue bizze, consumando ampie dosi di pazienza.
Comportandosi così però, diedero carta bianca all'egocentrismo del cantante che si abituò ad avere quanto desiderasse, sempre e comunque.
Se qualcuno osava protestare, le reazioni erano isteriche, furiose ma con l'atteggiamento di un ragazzino capriccioso. Era colpa di un'infanzia colma di profondissimi buchi neri e la tensione stava pian piano montando.
Le registrazioni dei due "Illusions" furono cariche di vibrazioni negative perchè chi osava discutere le scelte di Axl incasinava ancora di più la situazione. Se da un lato il flusso creativo era inarrestabile, dall'altro la band si divise in due: da una parte Axl (e il manager Doug Goldstein) e dall'altra Slash, Izzy e Duff, ormai il lato debole.
Axl e Slash iniziarono una partita a poker. A quel tavolo c'erano seduti anche il Mr. Futuro e il signor Rock.

Slash - Caricatura di A. Chimenti

2 Luglio 1991, St. Louis. I Guns sono sul palco. Axl litiga con un ragazzo del pubblico.
Vorrebbe che la security intervenisse - ha una macchina fotografica e forse sta facendo anche dei video - ma quelli non gli danno retta. Allora si getta contro il tizio, insolente, e cerca di togliergli lui stesso il dispositivo.
Stanno suonando "Rocket Queen" quando Axl torna incazzato sul palco ed esclama: "Per colpa di questo servizio di sicurezza del cazzo, ce ne andiamo via". Sbatte il microfono sul palco e abbandona tutti.
La musica prosegue, sperano che Axl, ormai dietro le quinte, torni a cantare. Gridano al manager di convincerlo ma niente, non c'è verso. Il pubblico non capisce.
Quando alla band è chiaro che il vocalist non muoverà il culo dal camerino, staccano e vanno via anche loro: manca mezz'ora di concerto, lo schermo che fa "puf" e si spegne mentre stai per goderti il finale del film che ti sta appassionando.
Serpeggia malcoltento tra i fan. Axl decide che è meglio tornare sul palco ma è troppo tardi.
Scoppia il pandemonio. La gente non ci sta, si ribella, impazzisce e comincia a distruggere l'edificio,
Molti rimangono feriti e i più scalmanati vengono arrestati. I danni all'impianto ammonteranno a circa 200mila dollari mentre i Guns ci rimetteranno l'attrezzatura e la faccia
Slash e Axl perdono la prima mano di poker con Mr. Futuro, la prima di una lunga serie.
    
                                                                                                                                         ...CONTINUA QUI
                                                                                               

P.s Un ringraziamento speciale ad Antonio Chimenti: uno "Slash" d'autore.

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