8 maggio 2013




LA STRADA MALEDETTA DEI METALLICA E UN BASSO DALLE CORDE SPEZZATE

Cliff Burton - Ritratto di A. Chimenti




 
"Vidi l'autobus sopra di lui. Vidi le sue gambe spuntare fuori. Crollai. L'autista, ricordo, stava tentando di dare uno strattone alla coperta posta sotto il suo corpo per usarla per le altre persone. Dissi soltanto "Non farlo, cazzo!". Volevo uccidere quell'uomo. Non so se fosse ubriaco o se passò su una lastra di ghiaccio. Tutto quello che sapevo fu che stava guidando e che Cliff non era più con noi."
James Hetfield - Metallica

           Cliff Burton (1962 - 1986)

Amy Winehouse. Jim Morrison. Janis Joplin. Jimi Hendrix. John Bonham. Tutta gente che, se ci penso, mi fa girare i coglioni a manovella. Perchè? Odio le persone che si distruggono con le proprie mani.
Artisti talentuosi a dir poco, gente arrivata in cima grazie alla propria passione, la musica, e un musicista non potrebbe chiedere di più. A loro non è bastato.
Il mio discorso è certamente banale e poco strutturato, va bene, non so nulla delle loro vite, ma non si può mettere sullo stesso piano gente che si è uccisa di droga, di alcool e di instupidita fragilità, con chi invece ha avuto la sfortuna di incrociare Mr. Destino Stronzo sulla propria strada.
Penso a Jeff Buckley, autore dello splendido (e forse anche un pelino sopravvalutato) "Grace". A Joe Strummer, vocalist dei Clash, morto prematuramente a causa di un difetto cardiaco congenito non diagnosticato. A John Denver, l'apprezzato cantore folk di "Country Roads", caduto col suo aereo nell'oceano Pacifico.
E penso soprattutto a Cliff Burton, il bassista dei primi tre album dei Metallica. 

Cliff Burton era un tipo che sapeva ciò che voleva. Sin da piccolo, aveva studiato musica classica, imparando a suonare il pianoforte. Fu però durante l'adolescenza che si accostò a nuove sonorità, iniziando a studiare il basso, con grande dedizione.
Curioso scoprire del contratto stipulato coi suoi genitori. Avendo deciso che per vivere avrebbe fatto il musicista, si accordò con suo padre e sua madre in modo decisamente singolare: loro gli davano vitto e alloggio ma a condizione che in quattro anni lui sarebbe riuscito a mantenersi da solo con la musica. In caso contrario, avrebbe dovuto mollare tutto e si sarebbe trovato un posto di lavoro. Cliff ci riuscì in soli due anni!
Il suo primo vero gruppo furono i Trauma, che si sciolsero quando Cliff fu chiamato a suonare nei Metallica. Dai Trauma, il cantante Jeff Crisby formò un nuovo gruppo, i Blues Bound, che non si esibì mai dal vivo: tutti i componenti, meno lo stesso Crisby, morirono in un incidente stradale, la loro vettura finì in un burrone.
Burton aveva evitato il primo crocevia di Mr. Destino Stronzo.

Hetfield e Ulrich ne rimasero impressionati sin dalla prima volta che lo videro. Cliff era qualcosa a parte e mescolava stili in modo singolare per un musicista metal. Era un personaggio libero, aperto di mente e coerente con sè stesso. La sua frase preferita? "Faccio un pò quel cazzo che mi pare!"
Il suo apporto alla band fu fondamentale, lo ammettono gli stessi Hetfield e Ulrich.
Nel primo album compose solo la distorta "(Anesthesia) Pulling Teeth" (scegliendo il cattivissimo titolo "Kill'em all"), nel secondo lasciò una traccia a fuoco: in Ride the lightning, sei canzoni su otto portano la sua firma alle musiche.
Cliff Burton divenne in poco tempo il cuore artistico pulsante dei Metallica, diffondendo ai suoi compagni le sue vibrazioni melodiche e la sua apertura mentale a livello di ispirazioni. Faceva da sostegno ai compagni e a differenza di Dave Mustaine che portava tensioni e incazzature, lui riusciva sempre a farsi ascoltare, forte della sua pacatezza e bontà d'animo. Non sbroccava mai, aveva occhi sereni e animo da cane, uno di quelli cui vuoi subito bene appena ti scodinzola la prima volta.

Fu grazie a Cliff che la band crebbe in modo esponenziale. La differenza a livello tecnico-musicale tra "Kill'em all" e l'album successivo è a dir poco abissale. Dalla pietra grezza dei primi dieci pezzi, si era passati ad un diamante pulito, puro, che emanava fuochi d'artificio dai colori vividissimi.
Burton scivolava dal metal eterno di "For whom the bell tolls" alla cavalcata sonora di "The call of  Ktulu", segno che ormai i Metallica non avevano più paura di spaziare, di vedere contemporaneamente più orizzonti di fronte a loro oltre al trash metal dell'esordio.

E' il 27 settembre del 1986. La band è in Scandinavia per una serie di concerti.  Kirk Hammett e Cliff Burton si sono giocati a carte il posto più comodo sul letto a castello, quello sopra, e Cliff ha pescato un dannato Asso di picche e ha vinto. In genere sopra ci dorme Kirk ma quella sera no, lì deve esserci Cliff. Vanno a dormire sereni, il tour sta andando alla grande e il clima nel gruppo è un ruscello di aria pulita e allegria.
Nei pressi della città di Ljungby, però, il bus sbanda e una corda del basso della vita si spezza, con un riff stridente.
Il bus prosegue fuori strada sino ad capovolgersi e ad arrestare la sua drammatica corsa sull'erba. James, Kirk e Lars ne escono con pochi danni, idem l'autista, ma quando cercano il loro compagno lo trovano sotto il mezzo. Spuntano solo le sue gambe, sono momenti drammatici. Chiamano i soccorsi e una gru per rialzare il bus ma è tutto inutile. Cliff ha smesso di vivere e di regalare serenità. Forse non ha sofferto, forse è morto mentre sognava di suonare.
L'autista parla di una lastra di ghiaccio ma il suo alito puzza di alcool. E non si trovano lastre di ghiaccio sulla strada, la temperatura non è così gelida. James deve controllarsi per non saltargli al collo mentre Mr. Destino Stronzo sorride lì vicino, al bordo della strada, prima di buttare via la sigaretta e togliere il disturbo.

"Ogni volta che torno in Svezia ci ripenso. E mi incupisco tornando a quei giorni e all'incidente. E' sia triste che piacevole, triste perchè ricordo di quei terribili momenti, piacevole perchè è bello ricordare Cliff. E' ancora una grande parte della mia storia e in un modo o nell'altro penso a lui praticamente ogni giorno della mia vita.
Mi sento colpevole. Quando è successo, ho sentito che sarebbe dovuto capitare a me. Di recente è morto un mio amico e queste cose sono tornate fuori. Perchè non è capitato a me invece? Perchè non l'ho aiutato? Pensieri così.... Sono ancora confuso circa quanto è accaduto".
Kirk Hammett - 1996

Kirk, non sentirti in colpa. Ci sono vite segnate e Cliff portava sulla testa una croce bianca, una di quelle di Master of Puppets, sin da quando era sfuggito all'incidente dei Blues Bound.
Amy Winehouse, Jim Morrison, Jimi Hendrix e tutti gli altri mi fanno girare le palle a pensarci, si, s'è capito.
Non si è invece capito che quando penso a Cliff penso ad un sorriso, ad un basso che si infiamma, ad un ragazzo come ce ne sono pochi nel mondo della musica, ad una deflagrazione di creatività ed estro mai vista.
Penso che la vita è una zoccola e che Mr. Destino Stronzo alcune volte potrebbe anche andarsi a bere una vodka e farsi un giro da qualcuno che se lo merita di più. Perchè Cliff non se lo meritava ma le strade del rock sono lunghe e dannate. Lui, però, lungo quelle strade camminerà per sempre: ogni volta che un ragazzino prenderà un basso e strimpellerà le note di Mater of Puppets, lui gli farà un occhiolino sorridendo. Sono sicuro che dovunque egli sia, starà continuando a "fare quel cazzo che gli pare", e questo non può che rassenerare un pò le lacrime che bagnano il cuore degli occhi di tutti.




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