15 luglio 2013

SESSO E CANZONI: L'AUTOEROTISMO




"Io, a sedici anni, mi facevo le pippe, mi facevo le canne e andavo in giro in Vespa. Oh, io c'ho 53anni, e la mia vita cos'è? Vado in ufficio con la Vespa, mi faccio le canne e mi faccio le seghe davanti al computer... Questa è la mia vita!"
Diego Abatantuono - Happy Family (2010)

Non voglio fare l'ipocrita, spesso lo sono fin troppo nella vita di tutti i giorni. A volte vorresti dare un calcio nel culo a chi maltratta un cane per strada. Vorresti prendere a schiaffi sulle labbra quella che mentre guida, con una mano tiene il cellulare all'orecchio e con l'altra si sistema i capelli. Vorresti perfino persino dire a quello zingaro che fa l'elemosina con un cartello con su scritto "Ho 8 figli, aiutatemi" che a fare figli siamo tutti bravi.
Prima di divagare dicevo che non voglio essere ipocrita anche qui. Noi uomini siamo tutti - o quasi - come lo strepitoso Diego Abatantuono del film di Salvatores. Se sentite qualcuno sostenere il contrario, dategli un ceffone da parte mia.
I film porno piacciono al 90% di noi maschietti, siamo animali semplici, primitivi, che vivono di stimoli visivi. A volte basta una foto, a volte un bel fondoschiena per strada. Quando eravamo ragazzi bastavano ed avanzavano Postalmarket o Vestro, grandissimi amici d'infanzia.
Le gentildonne mi perdoneranno per l'argomento toccato ma dubito si scandalizzino quando cantano alcune delle canzoni più importanti della musica italiana, canzoni che spesso parlano di auto-erotismo.

               L'AMORE CON QUALCUNO CHE STIMI DAVVERO, IN MUSICA

L'accostamento classico porta subito a Vasco Rossi e alla sua "Albachiara". Nulla di esplicito, anzi, una scena delicata come un fiore:
"Qualche volta fai pensieri strani,
con una mano, una mano, ti sfiori, 
tu sola dentro la stanza e tutto il mondo fuori."
Non era autoerotismo quello di "Gabri", che invece vira quasi al pedofilo:
"Quest'avventura è stata una follia, è stata colpa mia.
Tu hai sedici anni ed io... Ed io...
Ma adesso spogliati che voglio morderti
voglio sentire ancora il tuo piacere esplodere col mio.
Domani sarà tardi per rimpiangere la realta,
è meglio viverla! E' meglio viverla!"
Nonostante i tentennamenti iniziali alla fine Vasco cede alla voglia. Trovarsela un attimino più matura no eh?

Un'istantanea molto fine è anche quella che Antonello Venditti tratteggia in "Giulia":
"E la camera è bassa e la mano piano piano che scende trova la tua tenerezza e la sua verità."
Nella puntata precedente lo avevo bacchettato per un verbo fuoriluogo usato in "Dimmelo tu cos'è", stavolta gli faccio i complimenti. Non si tratta però di autoerotismo come si potrebbe frettolosamente supporre. Venditti canta un amore saffico e Giulia è una rivale: si sta portando via la sua fidanzata.
Modestissima opinione, la reputo una delle cose migliori che ha fatto a livello musicale.

Una canzone che trent'anni fa fece molto scalpore fu "America" di Gianna Nannini, un inno alla masturbazione sia maschile che femminile:
"Nessuno mi vede e allora accarezzo la mia solitudine
ed ognuno ha il suo corpo a cui sa cosa chiedere, chiedere, chiedere, chiedere.
Fammi sognare, lei si morde la bocca e si sente l'America.
Fammi volare, lui allunga la mano e si tocca l'America.
Fammi l'amore, forte sempre più forte come fosse l'America."
Fu il primo vero successo della rocker toscana, che, con anche una buona dose di furbizia musicale e commerciale, smosse le menti ingessate dei benpensanti, grazie anche alla coraggiosa copertina, quella che vedete nel collage di copertina: raffigura infatti la Statua della Liberta che, al posto della fiaccola, tiene in mano un vibratore.

Rimanendo in Toscana, i Baustelle hanno spesso tratteggiato scene vivide, soprattutto in "Sussidiario illustrato della giovinezza" (di cui ho già parlato tempo fa). A parte il "Ci prenderemo come i cani" in "Io e te nell'appartamento", spiccano le sensazioni pulsanti di un adolescente con gli ormoni a mille:
"...E fantascienza ed erezioni che mi sfioravano le dita
tasche sfondate e pugni chiusi, avrei bisogno di scopare con te!"
E' "Gomma", uno dei pezzi migliori del loro album d'esordio.
Non è molto diverso da ciò che canta Alex Britti nella sanremese "7000 caffè".  Lui e lei sono lontani,  forse la storia è finita, e Alex sul finire ammette:
"Mentre tu sei lontana ripenso a una scena di te senza velo
non so bene cos'è, forse i troppi caffè,
ma stanotte non riesco a dormire e l'amore lo faccio da me."
Vivaddio, uno sfogo di sfigatissima sincerità.

Lucio Dalla è stato un grandissimo artista, uomo libero, limpido e sfacciato come pochi. Come detto nell'articolo precedente, Antonacci si è fatto autoerotismo mentale prima di pubblicare una canzone come "Non vivo più senza te"; Dalla, al contrario, non si è fatto remore di essere più che esplicito nella meravigliosa "Disperato erotico stomp". Dopo aver narrato della fine della sua storia con dovizia di particolari:
"Ti hanno visto alzare la sottana, la sottana fino al pelo. Che nero!
Poi mi hai detto "Poveretto, il tuo sesso dallo al gabinetto."
Te ne sei andata via con la tua amica, quella alta, grande fica."
il cantautore bolognese termina la canzone e la serata nel modo più appagante possibile vista la mala parata:
"Prima di salir le scale mi son fermato a guardare una stella,
sono molto preoccupato, il silenzio m'ingrossava la cappella.
Ho fatto le mie scale tre alla volta, mi son steso sul divano,
ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza è partita la mia mano."
Un cocktail di bizzarria e di sincerità, con una spruzzata di coraggio visto che la pubblicò nel 1977 nel paese più bigotto al mondo. Quando uno è avanti...

Uno dei pezzi migliori di Francesco Guccini è "L'avvelenata" e quando la scrisse doveva davvero essere avvelenato:
"Secondo voi, ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell'ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare..."
Fiorella Mannoia, in "Caffè nero bollente", cerca di mettere in chiaro la sua emancipazione femminile:
"Da sola sul letto mi abbraccio, mi cucco,
malinconico digiuno senza nessuno.
Io non ho bisogno di te perchè io non ho bisogno di te
delle tue mani, mi basto sola."
Anche se, ascoltandola per intero, sembra più un'orgogliosa ripicca verso l'uomo che non c'è e l'ha lasciata da sola ad aspettarlo.

Morbido e soffuso è invece l'autoerotismo femminile di "Sei ottavi" di Rino Gaetano:
"E che mi sfiora le labbra chi mi consola,
forse un bambino già grande o io da sola.
Passava la notte, passavano in fretta le ore,
la camera fredda già si scaldava d'amore.
Chi troverà i miei seni avrà in premio il mio cuore,
chi incontrerà i miei seni avrà tutto il mio amore."
Il gioco a due voci di questa ninna nanna accarezza: andrebbe riscoperta.

Piacevolmente nostalgico è il Franco Battiato di "Mesopotamia", in cui ricorda il primo atto onanistico:
"Le voglie e le esplosioni irrazionali, i primi passi, gioie e dispiaceri.
La prima goccia bianca, che spavento e che piacere strano..."
mentre ne "Il ballo del potere", l'autoerotismo è rituale e, si spera, beneaugurante:
"Gli aborigeni d'Australia si stendono sulla terra,
con un rito di fertilità vi lasciano il loro sperma."
Non so se sia vero o solo un gioco scanzonato del maestro catanese ma il pezzo è davvero divertente.

Il sesso attira sempre. Nella pubblicità abbondano le allusioni o i richiami subliminali: sono velati e nemmeno ce ne accorgiamo, cascandoci come pere. Stesso discorso nel cinema (dove basta un nudo per attirare l'attenzione), in televisione o sui social network.
Nella musica è lo stesso, il sesso fa vendere di più, non a caso i video sono spesso infarciti di donnine discinte e provocanti. E non mancano certo i doppi sensi. Sempre Vasco in "Senorita" dice: "Dammi la mano senorita e mettila qua e vedrai che qualcosa succederà."
Vasco, Vasco... Conoscendoti, dove vorresti la mettesse quella mano? Sarò malizioso io a pensare male...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Apprezzo molto le tue analisi tematiche che spaziano su molti autori. Non è facile essere così trasversali se non si ha una vera passione per la musica!

Henricus

Antonello Vanzelli ha detto...

Ti ringrazio Henricus. Hai centrato il punto, mi diverto a scriverne perchè è una passione, e le passioni sono il sale e il pepe della vita.

Margot ha detto...

Hai dimenticato il flamenco nella doccia di Daniele Silvestri.... ;)