9 settembre 2013

LA BIBLIOTECA DELLE CURIOSITA' MUSICALI




Le mille lire trovate per caso tra la sabbia che diventavano istantaneamente Fiordifragola o Cucciolone.
La ricciolona convinta che le morissi dietro e la sua faccia quando mi vide con un'altra.
I giornaletti porno scambiati con gli amici.
I bicchieri di plastica ripieni di fette di pesche preparate da mamma da mangiare in spiaggia.
Quella che sembrava un'educanda e a casa aveva un'arsenale di giochini erotici degni del quartiere a luci rosse di Amsterdam.
Quando beccai con un altro la fidanzata di uno dei miei migliori amici. Anche lei sembrava un'educanda.
Le diecimila fregate dal portafogli di mio zio.
Quella luce improvvisa nella notte norvegese. Il bosco si illuminò un attimo di mistero e poi tornò a sognare.
Il bastardino di mio nonno che rincorreva topolini di campagna e lucertole e dopo averli uccisi tornava trionfante per essere coccolato.

Polaroid della memoria. Restano appese con uno sputo e non si staccano. Non hanno bisogno di spiegazioni, ogni tanto le riguardi e stai bene. Poi ci sono quelle che restano alle pareti senza un perchè.

          IL COCKTAIL TRA FREDDIE MERCURY E LADY D E ALTRE FACEZIE


L'odore pungente, di aceto e orzata, della casa di quella zia dagli occhiali come fondi di Jagermeister.
Il vecchio compagno delle medie dalla postura alla Paperino e dal culone prominente.
Il sogno in cui scendi le scale di tua nonna a cinque scalini la volta, galleggiando quasi potessi volare.
La moretta che alle medie ti sorrideva sempre, arrossendo, e che poi è finita con una siringa nel braccio.
La merceria del paese che vendeva delle focaccine buonissime.

Il bar delle medie che vendeva delle focaccine ancora più buone e le caramelle frizz.
Le curve sportive della buonanima di mio nonno con quello scassone di Panda rossa.
La compagna di classe che uscì col massimo dei voti e che poi ha sbroccato, perdendo lo sguardo nel nulla.
Quel calippo alla coca cola che ti finì sul cemento proprio mentre passavi davanti alla tipa che ti piaceva.

Non puoi chiedere perchè alla memoria, ti guarderà e ti saluterà con un sorriso di sufficienza, prima di tornare ad immagazzinare curiosità nella sua biblioteca immaginaria.
Ho sempre amato le facezie musicali a perdere. Correva l'anno 1984 quando Bruce Springsteen lanciò sul mercato un'arma chimica, una di quelle che non vedi e ti sono già nei polmoni per fare solo del bene.
E' "Born in the U.S.A." e il primo singolo di quel fortunatissimo lavoro fu "Dancing in the dark". E' la canzone che ha avuto maggior riscontro commerciale della lunga e scintillante carriera del Boss.
Certo, il successo non è dovuto al video, semplice e banale: il nostro - perfetta controfigura di Richard Gere in "Ufficiale e gentiluomo" - canta sul palco di fronte ad un pubblico in visibilio e, alla fine, fa salire sul palco una brunetta simpatica. Insieme iniziano a ballare, scatenandosi sulle trascinanti note della canzone. Sapete chi era quella ventenne tutto pepe? Courteney Cox, ovvero la Monica di Friends, conosciuta anche per i ruoli in Ace Ventura L'acchiappanimali, in Scream o nell'attuale serial "Cougar Town".
Chiaramente era tutto combinato, Springsteen non scelse davvero una a caso del pubblico. Certo, non scelse una a caso in tutti i sensi.


Per quanto le beghe reali non mi abbiano mai interessato, ho sempre guardato con affetto a Lady Diana. Se ne sarebbero accorti anche Ray Charles e Stevie Wonder che la vita mondana non faceva per lei.
Diana Spencer amava la musica: spaziava dagli Eagles a Bob Dylan, dalla classica ai Dire Straits e al country di John Denver. Non di rado le sue amicizie fra le celebrità dello show business la aiutavano a combattere la noia della sua "Hard life", una vita di corte allegra come la puntata di Scrubs in cui muore il padre di J.D..
Non solo Elton John, tra i suoi amici stretti figurava anche Freddie Mercury, che una sera si divertì a travestirla da maschiaccio per portarla al Royal Vauxhall Tavern, uno dei più noti locali gay londinesi di quell'epoca.

"Freddie disse a Lady D. che aveva intenzione di portarla al Royal Vauxhall, e sebbene lei non ne avesse mai sentito parlare accettò volentieri. A noi non sembrava una buona idea. 'Non è mica per te - le spiegò il nostro amico Kenny Everett - ma quel posto è pieno di omaccioni pelosi e gay, non di rado scattano delle risse lì dentro'."

A raccontare tutto è stata l'attrice comica Cleo Rocos nella sua autobiografia pubblicata sul Sunday Times.
Erano tutti convinti che l'avrebbero riconosciuta subito e invece bastò una giacchetta militare, un paio di occhiali da sole e un cappellino: nessuno ci badò e lei andò ad ordinarsi da sola un cocktail al bancone.

"La gente sembrava ignorarla, ed essere invisibile per una volta le piacque tantissimo. Sembrava nient'altro che una bellissima giovane donna."

Chissà quale boccata d'aria deve essere stata una serata del genere per lei, mischiata a persone normali e che l'amavano per ciò che era, una bellissima giovane donna, normale come noi. Lei e Freddie, però, non erano normali e nell'immaginario collettivo rimarranno per sempre la Principessa e la "Queen" per antonomasia. Perchè "The show must go on" ma c'è anche "Who wants to live forever" nei cuori della gente e ci riesce.


Il mondo è pieno di imbecilli ma è anche affollato di gente con la testa per aria, che sembra vivere in un mondo parallelo di idiozia. La richiesta arrivata alla Sub Pop Record, la casa discografica dei Nirvana, è quantomeno singolare.

"E' possibile far partecipare al nostro evento anche i Nirvana? Qui li amiamo molto, sarebbe un'ottima occasione di rilancio per loro."

L'autore di queste parole è uno studente di Virginia Tech, incaricato dal direttivo di raccogliere video di buon augurio dalle celebrità, per la festa delle matricole del 2013. Se questo è il livello delle persone che scelgono, non oso immaginare quali Stephen Hawking compongano tale direttivo ma tant'è.
Gli impiegati della Sub Pop, sorpresi barra sconcertati dalla richiesta, hanno fatto il massimo per accontentare il giovane, preparando un video con Mark Arm dei Mudhoney a sostituire Cobain. Erano grandi amici, mai scelta sarebbe potuta essere migliore.
Chissà se il tipo alla fine ha capito che Kurt Cobain ci ha lasciati già da tanti anni. Credo proprio che a Virginia Tech servirebbe qualche lezione di Jack Black alla "School of Rock". E voi, avete studiato? Ripetiamo tutti insieme, forza!

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