27 gennaio 2014

QUELLI CHE "PRENDONO MAZZATE"





Mia madre si fermò dal fruttivendolo per comprare le mele e i pomodori. Ero appena uscito da scuola e rimasi in macchina, non mi andava di scendere. Ragionavo sul lusso degli interni della Fiat Panda 30, quando sbucarono due ragazzi che litigavano. Uno era molto più grande e stava strattonando l'altro, poco più di un bimbo. D'un tratto cominciò a picchiarlo selvaggiamente, lasciandolo per terra in lacrime. Gli occhiali erano volati via e giacevano informi a bordo strada. Io tremavo, avrò avuto sette anni. Non avevo mai visto due prendersi a botte, ma quello che mi aveva traumatizzato era stato vedere quel bimbo rialzarsi piangendo. Si asciugò gli occhi e nessuno gli diede una mano. Andò a prendere gli occhiali, se li sistemò alla bell'e meglio e andò via, con una guancia gonfia e il grambiule strappato. Non l'ho mai più visto.
L'altro invece si, abbiamo giocato spesso a pallone insieme, ma ogni volta che lo incontravo mi percorreva un filo di inquietudine. Ne avevo paura. O forse avrei voluto andare da lui a dirgli quanto fosse stato meschino a picchiare un bambino, e non ne ho mai avuto il coraggio.

                                              STORIE DI BOTTE E LIVIDI

Non mi sono mai ritrovato in una rissa, e non ho mai fatto a pugni. Qualche piccola zuffa, niente di memorabile. Una volta, però, le presi - meritate - da mio padre con la cintura (la mitica "curescia", come si dice dalle mie parti) e quella sì fu memorabile.
Talvolta capita anche che il bambino pestato sia un cantante. Uno di quelli che ne ha prese, ma tante, è stato Samuel, il frontman dei Subsonica. Dobbiamo tornare al 2003, festa in una nota discoteca di Milano. A detta di chi c'era, il livello alcolico del cantante era oltre il livello di guardia e, in attesa di farsi servire al bancone, ha perso la pazienza cominciando a lanciare noccioline e cannucce. La barista - permalosetta - ha subito chiamato i buttafuori che - con calma britannica - lo hanno portato fuori e gonfiato come una zampogna.
A quel punto, sanguinante e con i vestiti strappati, il povero Samuel - nero come una biscia - è tornato dalla barista per chiarire, certo con modi poco mansueti (anche io avrei fatto lo stesso), ma inutilmente. Sono tornati i buttafuori e si è preso un'altra razione di coccole. Quattro costole rotte e tre denti saltati.

"'Ma sei tu? E te ne vai in giro così, senza guardie del corpo?' mi ha chiesto una fan l'altro giorno. Io le ho risposto che sinora le uniche persone che mi hanno riempito di mazzate sono state proprio delle guardie del corpo." Samuel - Tutto Musica (2003)

A parte gli scherzi, non dev'essere stato un momento piacevole. Mi metto nei panni della barista, infastidita dai modi del cantante, ma anche nei panni dello stesso, pestato per un motivo davvero sciocco. Non capisco invece i buttafuori: perchè li chiamano così se la loro attività principale spesso è menare la gente? 

Liam Gallagher non è mai stato un agnellino, non è un caso se neppure Noel lo sopporta più. Il leader degli Oasis - e ora dei Beady Eye - si ritrovò in mezzo ad una rissa a Monaco di Baviera e, pare, provocò degli italiani, che lo pestarono con dovizia. Come mostrato dalla foto del collage, gli incisivi volarono via, per la felicità del suo dentista: la parcella fu di circa 30mila euro.
Brutta avventura anche per Avril Lavigne. Dopo una discussione con una ragazza dopo un'uscita col fidanzato, la situazione è presto degenerata. Gli amici della ragazza hanno attaccato l'artista, prontamente difesa dal compagno, che però è quello che ha avuto la peggio, prendendosi delle bottigliate in faccia. Lei ne è uscita con un occhio nero, graffi, lividi e il naso sanguinante. Motivo della zuffa? E chi lo sa, ma meglio non mettersi mai tra due donne che litigano...

Non ci fa una gran figura neppure Anthony Kiedis, il leader dei Red Hot Chili Peppers. Lo scorso giugno avrebbe voluto incontrare Mick Jagger, uno dei suoi miti, approfittando del fatto che fossero a Philadelphia.
Quando si è presentato per cercare di incontrarlo, le guardie del corpo non lo hanno proprio riconosciuto (come mostrano le immagini), placcandolo in malo modo e bloccandolo quasi fosse un pericoloso assassino.
Credevano fosse un fan esagitato. Pochi danni, forse più profondi nell'orgoglio e un pò di paura. Spero che Jagger si sia fatto perdonare una volta saputo il fattaccio. 

Luca Zulù Persico dei 99 Posse è stato vittima - più volte - di aggressioni fasciste, l'ultima nel giugno scorso a Velletri prima dell'inizio di un concerto. Il cervello di tali persone non necessita di commenti, ma in generale non ho mai molto amato chi vive facendo politica in musica, è un atteggiamento a me lontano.
Brutto, bruttissimo, anche ciò che è capitato ad Alex Band, voce dei The Calling, famosi da noi per la hit "Wherever you will go". Un furgone gli si è avvicinato, lo hanno rapito e pestato a sangue. E' successo lo scorso agosto e non sono chiari i motivi del gesto. Troppi folli in giro, troppi.

Qualche tempo fa abbiamo parlato degli artisti arrestati. Chris Martin dei Coldplay non c'aveva fatto una gran figura. A vincere la palma dello sfigato, stavolta, è Moby: prima è stato preso a bastonate dopo un concerto mentre firmava autografi, vai a capire perchè; poi è stato appeso al muro da Russel Crowe (si, proprio il Gladiatore) in un bagno, semplicemente perchè era entrato e voleva fare pipì; infine è riuscito a farsi menare pure da un gatto che lo ha morso e spedito all'ospedale con una mano gonfia come un panettone. Se avessi continuato a indagare, ne avrei trovate delle altre, a lui Steve Urkel gli fa una pippa.

A volte i nervi saltano tra artisti stessi. Siamo al MTV Music Awards '92. Kurt Cobain, mente dei Nirvana, ha in braccio sua figlia Frances nata da pochi mesi. Nel backstage fa la sua apparizione il turbolento Axl Rose dei Guns 'n' Roses, a quel tempo all'apice del suo successo (e della sua megalomania). Cobain scherza gridandogli "Vorresti essere il padrino di nostra figlia?" e lui, per tutta risposta, gli intima "Faresti meglio a zittire tua moglie, o finisce male!": per fortuna finì tutto sul nascere.
Ad Axl però ne sono capitate di cotte e di crude, anche in tempi recenti (quando ha decisamente attenuato i suoi scatti d'ira e le sue follie). E' ad una serata al Plumm di New York, circondato da invitati di lusso. Ad un tratto nota che il cocktail della fidanzata di Tommy Hilfiger, proprio il noto stilista, è sul ciglio e rischia di versarsi. Lo sposta, da gentiluomo, ma Hilfiger fraintende e inizia a tirargli pugni.
"E' la cosa più surreale che mi sia mai capitata, continuava a colpirmi!" avrebbe detto Axl. Si è poi vendicato dedicando "You're crazy" proprio ad Hilfiger.

E' il 1979, siamo al ristorante Rendez Vous di Chelsea e insieme a Lou Reed - che si è appena esibito al London Hammersmith Odeon - c'è il suo caro amico David Bowie. Dopo aver scambiato qualche parola, Reed inizia a insultare pesantemente il Duca Bianco. In pochi istanti si scatena il putiferio e devono intervenire per riportare tutto alla calma. Dura poco. Reed si alza di nuovo, prende l'amico per la camicia e gli pianta un cartone in piena faccia.
Cosa avrebbe scatenato tutto? Sembra che Reed abbia chiesto a Bowie di produrre il suo nuovo album e quest'ultimo avesse anche acconsentito, ma ad una condizione: che si fosse disintossicato.
Bowie si era già ripulito e quel suo mostrarsi superiore ha indispettito non poco l'artista di "Vicious", del resto mai dire ad un alcolizzato che è alcolizzato.

"Qualcuno ha scritto - e trovo sia tremendamente vero - che, invecchiando, sia io che Lou siamo diventati le persone che avremmo sempre dovuto essere. Abbiamo lasciato alle spalle la rabbia, le pazzie e tutte le contraddizioni di un tempo." David Bowie - Tutto Musica (1999)

Qui non ci sono buttafuori dal cervello sottosviluppato, stilisti che sbroccano o fan maneschi, solo due amici che si volevano un bene dell'anima. Curioso che il 2013 abbia segnato l'ennesimo arcobaleno musicale della carriera del Duca Bianco con "The Next Day" e Lou Reed se ne sia andato a pochi mesi di distanza. No, ho sbagliato aggettivo, non è "curioso", ma triste. E' molto triste. Lou ora sarà di nuovo lì, al Rendez-Vous di Chelsea ad aspettare David, ne sono sicuro, e quando si ritroveranno, quello sì che per loro sarà un "Perfect day".

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