1 febbraio 2014

LE GRANDI STORIE DEL ROCK





"Io, Stewart Copeland e Andy Summers ci siamo rimessi insieme per un tour mondiale nel 2008, però è stato molto più difficile e noioso di quanto immaginassi. Quasi come tornare a convivere con la moglie da cui hai divorziato. Non ho voluto dare ascolto a quella vocina che mi diceva con insistenza: "Non tornare sui tuoi passi, sei già fuggito una volta". I fan hanno gradito, io molto meno. Mi sono reso conto di non essere adatto alle operazioni nostalgiche, anche se molto remunerative." Sting - Intervista a Panorama

I Police non li capivo, o forse non volevo capirli, infastidito dallo snobismo di Gordon Sumner, in arte Sting. E si che ne ho avuti di buoni maestri: "Non ti piacciono i Police? Non capisci proprio una fava!" sentenziò Domenico.
Con gli anni, prima "Roxanne", poi "Don't stand so close to me" e via a seguire... Insomma, mi accorsi che i Police erano veramente cazzuti. Aveva ragione Domenico, non capivo proprio niente.

             LA BEFFA DELL'ALIENO E IL MISTERO DELLA BELLA E INCAZZATA

L'altezzosità tipicamente britannica di Sting e quel suo essere distaccato, però, non sono mai riuscito a digerirli. Non a caso qualche tempo fa è stato ospite da Linus e Nicola Savino a Radio Deejay e la sua intervista ha suscitato discussioni e polemiche. La mia opinione? Ospitata ai limiti dell'irritante.
Non è sempre stato così. Corre il 1978 e in Inghilterra sta spopolando il reggae punk dei Police, un nuovo gruppo affacciatosi da poco sulla scena. Più tecnici e puliti dei pionieri del vero punk (non che ci volesse molto), hanno saputo mischiare le loro esperienze nel jazz e nel progressive per dare vita a qualcosa di nuovo, pescando a piene mani nella cultura reggae di Bob Marley, che tre anni prima aveva ribaltato Londra con una serie di concerti già entrati nella storia.
La BBC censura "Roxanne", facendo il gioco della band, e infatti il pezzo pian piano cresce sino ad esplodere. I trio decide di festeggiare il successo con un concerto ad inviti. L'unica condizione? Si entra solo con i capelli tinti di biondo platino. Si, ma i giornalisti? Ok, loro possono entrare con una parrucca, l'importante è che sia bionda.
Quella sera i Police andarono in scena con i capelli tinti di nero, l'unica volta nella loro storia. Una delle grandi beffe del punk.
Fu solo uno scherzo? O fu il tentativo di far capire a fan e giornalisti che sul palco c'è solo la band, gli altri sono sotto, molto sotto? Forse entrambe le cose, non lo sapremo mai. Non serve nemmeno stupirsi... Del resto Sting lo ha detto a chiare lettere: "I'm an alien, i'm a legal alien" fra noi poveri mortali.


Misteri nel mondo del rock ce ne sono pochi, e quei pochi solleticano la curiosità di fan e addetti ai lavori. Vi ricordate di Carly Simon? Cantautrice statunitense, ha pubblicato ben ventinove album in oltre quarant'anni di carriera e ha anche vinto un Oscar come miglior canzone nel 1989 con "Let the river run". Da noi è però una "one shot singer", infatti molti se la ricordano solo per la meravigliosa "You're so vain", canzone che, nonostante risalga al '72, sembra essere stata pubblicata ieri. E da quarantadue anni conserva un segreto solido come fosse di diamante:

"Entrasti alla festa come se stessi camminando su di uno yatch
il tuo cappelli appositamente sopra un occhio, la tua sciarpa era albicocca.
Ti sbirciavi nello specchio, mentre ti vedevi come ballerino
e tutte le ragazze sognavano di essere la tua partner...
Sei cosi vanitoso che forse pensi che questa canzone parli di te.
Sei così vanitoso che scommetto tu stia pensando che questa canzone parli di te.
Non è così? Non è così?"

Chi era il vanitoso con cui ce l'aveva tanto la Simon? Non si è mai scoperto! In tanti si sono improvvisati novelli Sherlock Holmes e hanno spulciato tra gli indizi seminati lungo il testo, eppure nessuno ne è mai venuto a capo. Tra i sospettati, c'è l'onnipresente Mick Jagger, che raramente si è fatto scappare belle ragazze come la Simon di quegli anni. Aggiungiamoci poi che ai cori della canzone c'è proprio lui...
No, non ci credo, e non credo fosse James Taylor, storico cantautore americano, escluso dalla lista dall'autrice. Si sono fatti i nomi anche di Cat Stevens e di Kris Kristofferson ma niente. Pochi anni fa, il mistero sembrava essere stato risolto, quando venne a galla il nome di David Geffen.
La sua colpa? Essersi dedicato alla carriera di Joni Mitchell invece che alla sua.
"Non che io non sia vanitoso, solo che non sono il vanitoso che dice lei." ha sentenziato lui quando la stampa si è scatenata. E poco tempo dopo è arrivata puntuale la smentita della Simon, secondo cui Geffen non c'entrerebbe.

E allora direte voi? C'è un altro nome da considerare, e molto conosciuto: quello di Warren Beatty. Ripeschiamo un'intervista al Washington Post di qualche anno fa (fonte: Gibson.com):
"Carly Simon - Di certo la canzone sembra parlare di Warren Beatty. Lui ha pensato che fosse così, mi ha chiamato e mi ha ringraziato per la canzone.
WP - Sei stata con lui?
Carly Simon - Non ci sono state tutte?
WP - No.
Carly Simon - Allora vuol dire che non l'hai mai incontrato."
Insomma, forse la chiave è nel carismatico attore statunitense, donnaiolo impenitente. La leggenda narra che abbia avuto centinaia di donne e una biografia non autorizzata parla di circa 12mila rapporti sessuali avuti durante l'arco della sua vita. Joan Collins chiuse perchè per lei sette rapporti al giorno - quelli di cui necessitava Beatty - erano troppi e non ce la faceva. Senza parole.
Che poi sia sempre stato un gran vanitoso lo testimonia il fatto che Janice Dickinson, una delle sue donne, si svegliò in piena notte trovandolo davanti allo specchio ad ammirarsi.
Chiusa la questione? Quando mai! Carly Simon è troppo scaltra per sgozzare la sua gallina dalle uova d'oro. Puntualmente, come sta facendo il sottoscritto, qualcuno parla di questo piccolo mistero, portando nuova luce sulla sua meravigliosa hit, e soprattutto altri soldi nelle sue tasche. Che dire, quando una canzone è così amabile perdono volentieri un pizzico di furbizia.

Nessun commento: