11 marzo 2014

ELVIS, THE KING OF ROCK'N'ROLL





Per lunghi anni sono stato un nerd, uno di quegli sfigati pieni di amici ma che delle donne si doveva accontentare del profumo. Ho recuperato crescendo, ma all'università era un continuo rincorrere gentildonne troppo fidanzate, troppo belle o semplicemente troppo zoccole. E quelle troppo zoccole, si sa, la danno a tutti meno che a te.
Sperimentavo modi per mascherare l'insicurezza e  per mettermi in mostra, ma in fatto di look ero all'abc, anzi, la "c" era fin troppo. Non trovai di meglio che smaltarmi le unghie, e non solo di nero: provai il turchese e il verde, roba che se mi avesse visto mio padre me le avrebbe date a due a due fin quando non fossero state dispari.
Giocare al trasgressivo nel 2000 era certo più facile che farlo negli anni '50. C'era un ragazzo che come me mascherava le sue timidezze indossando pantaloni rosa, camicie gialle e giubbotti verde pisello colmi di adesivi. Era solo un giovane che dissimulava il suo malessere con un anticonformismo estetico fuori dal tempo. Il suo nome era Elvis Presley e presto sarebbe diventato il Re del Rock.

   ELVIS PRESLEY - L'AMORE, LA DROGA, IL SESSO di A. Vanzelli - A. Chimenti

"Se riuscissi a trovare un bianco con il sound e il feeling di un nero, farei la mia fortuna." è la frase che ripeteva spesso Sam Phillips: quando incontrò Elvis e sentì i suoi primi provini, capì subito che lo aveva trovato. Seppur timidissimo, quel ragazzo girava per le strade del quartiere con la chitarra e amava esibirsi davanti a pochi intimi, eseguendo pezzi di Ray Charles, Big Joe Turners, Big Mama Thornson e Arthur Crudrup, di cui interpreterà la famosissima "That's all right" che lo lancerà definitivamente nel gotha dei grandi.
Bastarono pochi anni ad Elvis per diventare il sogno proibito delle teenager a stelle e strisce. Non era mai apparso in tv eppure le fan impazzivano ancor prima che partissero le prime note.
Quel ragazzo dal look chiassoso e sgargiante si dimenava sul palco in modo elettrico, lascivo, ballando come se stesse possedendo una di quelle vogliose ammiratrici. Un modo del tutto personale che inizialmente serviva a dominare la tensione sul palco, ma che col tempo diverrà pretesto per dialogare col pubblico durante le esibizioni live.

Per qualcuno era solo fuffa, un belloccio che sfruttava il suo appeal sul gentil sesso per ottenere fama e successo. Non era così, quel ragazzo di Memphis aveva una marcia in più e musicalmente regalava sprazzi di talento e di semplice quanto immediata genialità.
La stampa si accanì, ma Elvis era già una gallina dalle uova d'oro. I centri commerciali erano invasi da decine e decine di prodotti made in Presley: il Re appariva su calze, scarpe, camicette, jeans, pigiami, giochi, e persino gomme da msticare e bibite.
Non eravamo nel 2000, come dicevamo prima. Erano i bigotti anni '50, Marlon Brando e James Dean (tra l'altro il suo attore preferito) venivano visti come pericoli per la moralità, e Marilyn Monroe non servirebbe neppure citarla.
E' per questo motivo che le esibizioni del Re erano spesso osteggiate. Quando doveva apparire in tv, lo ingabbiavano in regole rigidissime: e lui rimaneva immobile e vestito in modo sobrio, quasi fosse una marionetta in mano al sistema. Non bastò neppure quello:
"Con le sue allusioni e i suoi ripetuti ammiccamenti e lascivi contorcimenti delle anche è un attentato alla Verità. Non crediamo che la sana gioventù americana aspiri a queste cose. Presley è un occulto ministro del sesso , e rappresenta il degrado che segue a ogni guerra."
Così si pronunciò la Chiesta, per mezzo del Reverendo Charles Howard Graf. E non aveva neppure il consenso della categoria, visto che il famoso chitarrista jazz Eddie Condon disse: "Non è sufficiente argomentare che Presley è morbosamente legato alla madre per consentirgli di comportarsi come un maniaco sessuale davanti a milioni di ragazzini". (da "Sex and Roll" - William Mandel)

Tutto ciò oggi appare paradossale se rapportato a delle semplici esibizioni live e a dei balletti, ma allora c'era poco da scherzare, il rock era ancora visto come la musica del demonio.
E' qui che comincia la strana mutazione dell'artista Elvis che, per evitare guai peggiori e salvaguardare il suo enorme successo dai media e dai fanatici, abbandona la sua carica erotica e sovversiva per incarnarsi in un rassicurante folksinger di canzoni cariche di buoni sentimenti. C'è dietro la mano del suo manager, lo scaltro "Colonnello" Parker, e il tutto culmina in "Love me tender", esile film in cui Elvis è un tranquillo ragazzo di campagna che è travolto da un crescente successo e che si innamora di una ragazza acqua e sapone, snobbando la sua manager innamorata di lui.
Non è solo questo. Elvis inizia a fare opere pubbliche di beneficenza, regala una grande casa ai suoi genitori (sinonimo che ama l'istituzione famiglia), sino al gesto simbolico più importante di tutti: risponde alla chiamata dell'esercito. E' una mossa perbenista dall'indubbio appeal mediatico, un atto di fede allo stato da parte di quello che era considerato una spina nel fianco, un eversore. Inutile dire che la sua trasformazione allargò ancora di più la sua sterminata platea.
E il rock? E' sparito, pian piano annacquato da ballate e polpettoni hollywoodiani dal sapore sentimentale e insipido. Lo stesso Elvis è ormai un cucciolo innamorato, e porta all'altare Priscilla Beaulieu, conosciuta in Germania durante il militare.

"Elvis si rendeva conto delle delizie erotiche che il suo aspetto riusciva a scatenare. La sua sessualità vera, però, era debole e incerta e si ridusse ben presto ad una pura prova di forza, e lui, guardone e onanista scoprì che gli era impossibile sostenere qualsiasi relazione normale a due.
Nei primi tempi il tipo di relazione sessuale che lo appagava era in compagnia di due o tre adolescenti che lo aiutavano a ritrovare i giochi "maneschi" dell'infanzia. Ma negli anni Sessanta, la sua dimora era l'alcova dove si estasiava alla vista di ragazze che lottavano tra loro in minuscole mutandine. Si eccitava molto osservando e filmando con la cinepresa i coiti altrui." Gary Herman - Rock'n'roll Babylon

Non stento a comprendere perchè il matrimonio con Priscilla naufragò. Elvis viveva un rapporto platonico con lei, puramente sentimentale. Durante tutto il fidanzamento non l'aveva mai approcciata sessualmente e anche durante la prima notte di nozze, il suo unico pensiero era la sua amata mamma: avrebbe tanto voluto farle conoscere Priscilla. Quando lei abbandonò il tetto coniugale scappando con una delle guardie del corpo di cui si circondava suo marito, fu un duro colpo.
Cercò di non pensarci e macinò live su live, ma ormai era in balia di droghe, alcool e psicofarmaci. L'ennesima trasformazione la subì il suo aspetto. Diventò irriconoscibile, arrivando a pesare circa 120chili. Morirà poco tempo dopo.

"Elvis è stato ridotto ad un guscio svuotato, sfruttato dagli industriali dello spettacolo, e gettato poi nel mucchio degli scarti della Storia." ("Sex and Roll" - William Mandel)
Queste le parole di una testata sovietica alla notizia della morte, e non sono molto distanti dalla verità. Dov'era finito quel ragazzo che faceva impazzire le platee a suon di rock? Era stato inghiottito dagli ingranaggi di una società benpensante e ipocrita, comprato con manciate di sesso e di droga, e tutto ciò è ormai finito nei file nascosti della memoria. Il sistema ha vinto ancora. Noi però vogliamo ricordarlo sempre così, col suo ciuffo sbarazzino e gli occhi buoni, e quelli non può cancellarli neppure la più marcia società.

Elvis Presley - Ritratto di Antonio Chimenti

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