6 giugno 2014

INTERVISTA AI PERTURBAZIONE




Sono cresciuto con Piero Pelù e James Hetfield. Ho guardato da lontano le pazzie di Axl Rose e Ozzy Osbourne. Ho sognato Abbey Road e gli arcobaleni della parte oscura della Luna. Li ho idealizzati, erano le divinità del rock, sempre tre metri più in alto di tutto il resto. Non c'è mai stata immedesimazione, erano irraggingibili.
Poi ci sono gli altri, quella categoria a parte di artisti che ogni giorno, per anni, ha mangiato rosette e gavetta, macinando concerti e chilometri, e seminando buone vibrazioni condite da tanta umiltà. E lì c'è immedesimazione, perchè band come i Perturbazione non sono sull'altare dell'irraggiungibile, ma al tuo fianco, li senti vicini e li vuoi un po' più bene.

                                                   FINALMENTE AL LORO POSTO

Abbiamo incontrato il chitarrista Cristiano Lo Mele. Ne è uscita una splendida chiacchierata.

"Musica X" è nato con un atteggiamento nuovo. Avete detto basta alla tristezza - intesa come attitudine - per spingervi verso terreni più leggeri. E a Sanremo avete fatto il boom. E' stato difficile questo cambio di pelle o è venuto naturale?  

Per noi è naturale cercare di fare le cose in modo sempre diverso. In più, soprattutto nella parte narrativa, i dischi del nostro percorso sono figli del periodo della nostra vita in cui vengono composti. Questo è senz'altro un periodo particolarmente incerto e difficile, e ballare ci sembrava un buon modo per sdrammatizzarlo. In più siamo un gruppo tendenzialmente pop e il pop, a differenza di altri generi come il rock o il metal o il reggae, è sempre in continua evoluzione. Intendo dire che, se il rock degli AC/DC resta sempre attuale, la stessa cosa non si può dire del pop di Madonna che, per questa ragione, ha cambiato più volte pelle.


Una volta, durante un concerto, il vostro batterista Rossano Lo Mele, citando Emmanuel Carrére, ha detto: "M'interessano molto di più le cose per cui sono simile agli altri, piuttosto che quelle per cui sono diverso". In cosa i Perturbazione sono diversi da tutto il resto del panorama musicale italiano? E a chi vi sentite affini musicalmente?

Forse, come diceva un collega qualche giorno fa, siamo diversi (o meglio, eravamo agli esordi) per il fatto di non avere un atteggiamento "maledetto". Viceversa siamo simili a molti gruppi che ci girano intorno, che hanno riscritto il modo di fare musica italiana commistionandolo a un suono d'oltremanica e d'oltreoceano. Più direttamente penso ai Baustelle o ai Virginiana Miller.
Per quanto riguarda "l'atteggiamento nuovo" di cui si parlava prima, trovo una similitudine con il percorso fatto da certi rapper contemporanei, che si sono spogliati della posizione culturalmente elitaria che avevano per essere apparentemente più leggeri. Penso a personaggi come Dargen D'amico (con cui abbiamo anche collaborato in "Con te" da "Vivere aiuta a non morire") e Clementino.

E' un disco molto diverso anche a livello di suoni. Com'è nata la collaborazione con Max Casacci dei Subsonica? Con chi invece vi piacerebbe collaborare in futuro?

Abbiamo cercato Max perché avevamo farcito i pezzi di molta più elettronica rispetto al passato. Lui ha ascoltato il materiale, è rimasto molto sorpreso e ci ha aiutato molto a dare a quell'elettronica un colore che meglio si uniformasse col nostro suono.
C'è molta gente con cui ci piacerebbe collaborare, personalmente amo molto il lavoro di Philippe Zdar, che oltre a rappresentare la metà dei Cassius, è anche produttore degli ultimi lavori di Phoenix e Cat Power.

Sapevate già da prima che "L'unica" potesse avere più assi nella manica rispetto a "L'Italia vista dal bar"? Quanti pezzi avete proposto per Sanremo e com'è andata con Fabio Fazio? Sembra sia rimasto subito affascinato dalle vostre canzoni...

Sapevamo di certo che "L'unica" aveva colpito molto sia Fabio Fazio che il team di autori del Festival. Noi abbiamo proposto una rosa di sei pezzi tra i quali gli autori ci hanno suggerito i due pezzi che abbiamo poi portato a Sanremo. Sappiamo anche, in realtà, che il figlio di Fabio Fazio ha influito sul convincere suo padre. 

La vostra gavetta è stata lunga, molto. Cosa vi ha spinto a crederci e ad andare avanti con tenacia? Ci sono mai stati momenti di scoramento?

Cosa ci abbia spinto è ancora un mistero per tutti noi. Diciamo che l'amore per la musica e per questo lavoro ha senz'altro contribuito a limare le difficoltà che ci sono state e ci sono tutt'ora, a volte toccando momenti di assoluto scoramento. La nostra fortuna è che, essendo in sei, quando uno è giù di morale, gli altri tirano la carretta e questo ci ha permesso di sopravvivere a questi cinque lustri di convivenza.

"L'unica" sta riscuotendo molto successo, ma "L'Italia vista dal bar" è stato il testo migliore del Festival, secondo l'Accademia della Crusca. Insomma, leggerezza e qualità possono benissimo andare d'accordo. Eppure, leggendo qualche intervista, pensavate che Sanremo potesse anche essere una mossa deleteria... Come mai? Che timori avevate?

Beh, il Festival è una vetrina molto importante e ce la si gioca in cinque minuti di esibizione. Tutto deve funzionare in modo scientifico e noi non eravamo certi di poter sopportare il peso di un palco così importante. In più abbiamo cercato di andare con un brano che poteva essere frainteso (come per alcuni è stato), con un atteggiamento leggero e l'idea di viverci il Festival per quel che è. Il tipo di pubblico che ci ha sempre seguito ha spesso un atteggiamento ostile nei confronti di Sanremo e tutte queste cose, se creano una coincidenza sfavorevole, possono farti perdere la tua "fan base" e non farti attecchire all'utente medio del Festival. Fortunatamente, invece, è passato l'atteggiamento sincero, positivo e divertito.

Cosa vi ha colpito musicalmente nell'ultimo periodo? Cd da consigliare?

Abbiamo ascolti piuttosto diversi. Al Festival abbiamo avuto modo di conoscere meglio Riccardo Sinigallia, il cui disco "Per tutti" è meraviglioso. Altre cose che girano in furgone sono Lykke Li, St. Vincent, Bombino.

Dopo averci provato sei volte, alla fine siete riusciti a calcare il palco della kermesse sanremese. Per la gioia e la simpatia mostrate, sembravate dei bimbi in un negozio di giocattoli. Quanto è più gustoso il successo dopo tanta gavetta? Con questa notorietà - meritata - che vi ha investito, può arrivare un pò di ansia da prestazione per il futuro o l'entusiasmo farà da molla?

Non solo è più gustoso, ma non è indigesto. In passato ci abbiamo provato diverse volte e non dico che sia stato meglio che non ci abbiano preso, ma sicuramente, non avremmo avuto l'esperienza e la professionalità che abbiamo accumulato in questi anni. L'altra sera ho visto quella storia incredibile raccontata nel documentario "Searching for Sugar Man" e c'è questa scena meravigliosa in cui Rodriguez suona per la prima volta a Citta del Capo in un palazzetto gremito, arrivando invece dai locali negli Stati Uniti in cui suonava davanti a 20 persone e tutti si sono stupiti della naturalezza con cui affronta tutto quel pubblico come se fosse da sempre la sua cosa.
Ecco, con Gigi, ci confidavamo al concerto del Primo Maggio, senz'altro con presunzione, che non eravamo spaventati da tutto quel pubblico, al contrario ci sentivamo proprio al nostro posto, a fare quel che ci spetta. 

Cosa vi è piaciuto a Sanremo? Con chi vi siete trovati meglio umanamente e chi il più antipatico?

Sanremo è un grande carnevale musicale. Il clima è generalmente leggero e divertito. Abbiamo incontrato un sacco di gente simpatica, tra i nostri colleghi sicuramente il sopra citato Riccardo Sinigallia, ma anche Frankie Hi Nrg e Noemi. Solo una volta abbiamo avuto da ridire con una persona di cui, per cavalleria, non parliamo.

Dall'indipendenza eravate arrivati a una major discografica, per poi correre ai ripari e tornare sui vostri passi. Cosa non funziona nelle grandi case discografiche? Quanta colpa ha la loro miopia nell'attuale crisi che ha investito le vendite musicali?

Io non posso parlare in senso assoluto, ma solo per la nostra esperienza che è stata sfavorevole per via dei nostri interlocutori. Durante il breve periodo di permanenza in EMI, non siamo riusciti ad affrontare una volta un discorso di stampo artistico. Anzi, una volta si: prima di un concerto arrivò il nostro A&R per dirci che il nostro disco - "Pianissimo Fortissimo" - era un pessimo disco senza singoli. Noi, al nostro interno, non eravamo molto in salute e questo ha contribuito a uno degli attimi di scoramento di cui sopra, che fortunatamente si è sanato con il licenziamento da parte di EMI.
Le case discografiche sono molto meno miopi di quel che sembra, anzi, col senno di poi hanno guadagnato dal digitale più di quanto non guadagnassero con i supporti fisici. Certo è che la crisi ha colpito tutti ed anche le case discografiche, che limitano i propri investimenti ai prodotti che sicuramente venderanno, cioè i prodotti televisivi (in questo senso non stupisca il perpetrare di talent show). D'altronde la crisi è a livello planetario ed è questa la novità. In Italia da parte delle major, c'è sempre stata una certa apertura di credito delle case madri estere. Quindi se noi abbiamo pubblicato "Pianissimo Fortissimo" è solo grazie al catalogo dei Beatles (per fare un esempio).

Ora che state affrontando un meritato "neverending tour", come uccidete i tempi morti? Quali sono le vostre passioni oltre alla musica?

Ascoltiamo musica, tanto per tenerci in esercizio. La lettura, i film e i videogame sono buoni amici in furgone che è, in assoluto, il posto in cui passiamo più tempo.

Avete già progetti per il futuro? Cosa dobbiamo attenderci?

Stiamo lavorando a un nuovo disco ma, siccome la mera discografia a noi è sempre stata un po' stretta, stiamo preparando e pensando anche ad altri spettacoli. Nell'immediato, il 7 e l'8 agosto, a Torino, sonorizzeremo "The General - Come vinsi la guerra" di Buster Keaton, cosa che speriamo di portare in giro anche altrove.


I Perturbazione saranno in tour tutta l'estate, ecco le prossime date:
07.06 - San Vito Lo Capo (Trapani) - Pre Cous Cous Fest
12.06 - Chieti - Campus Universitario / Val Strade Musicali
13.06 - Terranuova Bracciolini (Arezzo) - Notte a Terranuova
21.06 - Bergamo - Summer Sound Festival / Lazzaretto
26.06 - Roma - Villa Osio / Festa Democratica
27.06 - Senigallia (Ancona) - CaterRaduno
28.06 - Bologna - Serata Emergency
02.07 - Torino - Scuola Holden
05.07 - Padova - Sherwood Festival / Park Nord (Stadio)
06.07 - Sesto San Giovanni (Milano) - Carroponte
11.07 - Bra (Cuneo)
18.07 - Monterotondo (Roma)
21.07 - Lugano (Svizzera) - Parco Ciani
30.07 - Genova - Parco Sul Mare / Porto Antico
31.07 - Treviso - Bastioni San Marco

Intervista a cura di Antonello Vanzelli, Giuliana Covato e Vito Possidente.

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