13 febbraio 2015

SANREMO 2015 - LE PAGELLE DELLE COVER




Qualcuno ha detto che il Sanremo di Carlo Conti è una versione deluxe del suo "I Migliori Anni" e non si è discostato troppo dalla verità, ancor più dopo la serata di ieri. Lui tira dritto, forte dell'ennesimo pieno d'ascolti (anche ieri share del 50%, davvero un signor risultato), ma l'elettrocardiogramma emozionale è piatto. Intendiamoci, i Festival di Pippo Baudo erano calibrati al millesimo - persino le cadute, le gaffe e i finti suicidi -, ma si aveva una sensazione di calore. Qui si respira gelo e meccanicità. Per fortuna Luca e Paolo hanno portato brio, quello che nelle cover si è visto col contagocce.

                                  LA TERZA SERATA di Antonello Vanzelli

Come nella seconda serata (qui le pagelle), Carlo Conti butta subito nella mischia i giovani. Il primo confronto è tra Giovanni Caccamo con "Ritornerò da te" e Serena Brancale che presenta "Galleggiare". Il cantante modicano porta un episodio pop di maniera, mentre più raffinata ma poco sanremese - e con qualche stonatura di troppo - è la proposta della Brancale; del resto di jazz a Sanremo se n'è sempre masticato poco. Stravince "Ritornerò da te" col 68%.
La seconda sfida è tutta al femminile: Amara con "Credo" contro Rakele con "Io non lo so cos'è l'amore". Vocalità molto interessante quella di Amara, ma la canzone al primo ascolto non arriva. Diversa la proposta di Rakele, buona per le radio, ma con poca personalità e orfana del ritornello. Passa meritatamente Amara (con gaffe imperdonabile di Conti che sbaglia il nome della vincitrice).

L'ultimo Sanremo di Fabio Fazio è stato dimenticato in fretta, televisivamente e - soprattutto - musicalmente. Bisogna però dire che i giovani in gara lo scorso anno erano di altissimo livello, penso a The Niro, Filippo Graziani, Zibba e Diodato. La musica italiana ha estremo bisogno di nuovi talenti (non di voci, quelle sono fin troppe) e quest'anno al contrario la commissione esaminatrice ha cannato quasi tutto, con scelte davvero sanguinose.


Si passa ai campioni, serata di cover e ad aprire le danze arriva Raf. Molti, vedendolo un pelo emaciato, hanno pensato fosse malato, ma l'artista è semplicemente reduce da una brutta bronchite. Reinterpreta "Rose Rosse" e le cose ahimè vanno molto peggio rispetto alla prima serata: la voce non c'è e l'arrangiamento è banale. Esibizione pessima e piena di imprecisioni.
Il testimone passa a Irene Grandi che porta una nuova versione di "Se Perdo Te". Le atmosfere più pop rock le sono sicuro congeniali, ma la sua cover non decolla, rimanendo nel limbo che va dalla mediocrità alla sufficienza stiracchiata. Il terzo in gara è Moreno con "Una carezza in un pugno". L'attacco è terribile (tamarro non andrebbe lontano dalla verità). Versione reggaeggiante, ma la voce è quella che è. Pubblico in visibilio, segno che l'Italia continua a capirne poco di buona musica. A seguire "Dio come ti amo" di Anna Tatangelo. Buona prova vocale, ma reinterpretazione senza guizzi che fa scappare qualche sbadiglio. A vincere questo gruppo è il giovane Moreno.

Momento di pseudocomicità con I Soliti Idioti. La canzone in gara sembra una rapina a mano armata dal repertorio di Cochi e Renato e manco a farlo apposta, loro li omaggiano con "E la vita, la vita". Manco a dirlo riescono a rovinare anche l'irrovinabile, intristendola con un arrangiamento swing alla Buscaglione. Perché?
Total black e brillantini sulle mani per Chiara che propone "Il volto della vita". La migliore sino ad ora, esibizione vocale di altissimo livello. Applausi.
Nesli punta su "Mare Mare". Tratteggia colori più rockeggianti rispetto all'originale di Luca Carboni, inserendo una parte rappata, come da tradizione nel suo repertorio. Peccato che l'inserto sia di basso livello e non aggiunga nulla. Visto che è quello il suo pezzo forte - non certo la vocalità - si attesta ben lontano dalla sufficienza.
Chiude il quartetto Nek con "Se Telefonando", canzone che non ho mai particolarmente amato. L'artista di Sassuolo la plasma a sua immagine e somiglianza, e incornicia un arrangiamento di grande effetto su cui offre una prova vocale di grande sicurezza. Conferma di essere uno dei big più a suo agio. Vince il gruppo proprio Nek, in scioltezza.


Ad inaugurare il terzo gruppo di big, ci pensano i Dear Jack che rivisitano "Io che amo solo te": non riesco proprio a vederci del talento, sempre più convinto non sia colpa mia. Molto meglio "Alghero" di Grazia Di Michele e Platinette. Buona la scelta della strana coppia di puntare sul classico di Giuni Russo: l'arrangiamento dai sapori hawaiani funziona e l'esibizione è godibile.
Tocca a Bianca Atzei con "Ciao amore ciao". Scelta di una banalità disarmante, ormai quando si vuol fare bella figura basta puntare su questa canzone di Luigi Tenco, ormai non si contano più le cover (basti pensare a Giusy Ferreri e Marco Mengoni). La Atzei ci prova, ma anche lei continua a suscitarmi indifferenza. Molto meglio Alex Britti con "Io mi fermo qui". Come Luigi Tenco, adoro i Dik Dik, sono cresciuto a pane e beat. Sulle prime non sembra essere la canzone giusta per il chitarrista romano, ma poi ci prende gusto e libera le briglie, abbagliando la platea. Bello vederlo finalmente su una canzone completamente diversa rispetto al suo repertorio.
Passano i Dear Jack, segno ulteriore dell'importanza dei voti da casa.

Si va avanti col quarto gruppo. Molto fedele all'originale "Una città per cantare" di Lorenzo Fragola, un po' didascalico. L'ultimo vincitore di X-Factor sembra ancora imballato. Abbastanza scontata la scelta de Il Volo, che punta su una rilettura di "Ancora" di Eduardo De Crescenzo. Voci in paradiso, ma complice una canzone usuratissima, non mi trasmettono emozioni.
Annalisa decide di confrontarsi col mostro sacro Antonella Ruggiero. Porta infatti "Ti sento" dei Matia Bazar e non sfigura affatto, anzi. Grande interpretazione, chapeau! Bene anche Lara Fabian che porta "Sto Male" di Ornella Vanoni, canzone già nel suo repertorio da tempo. Passano il turno Il Volo; personalmente avrei premiato Annalisa, ma ormai il trio è lanciatissimo.

E si arriva alle ultime quattro cover. Molto intensa la versione di "Vedrai Vedrai" di Gianluca Grignani. Tenco è sempre stato uno dei suoi miti e lui lo omaggia con referenza ed eleganza. Sfiora corde più intime e finalmente convince. Look e mood Motown per la prorompente Nina Zilli, che regala nuove sfumature a "Se Bruciasse la Città" di Massimo Ranieri. Fiati in primo piano, la Zilli - talmente a suo agio su quelle sonorità - sembra una bimba a Disneyworld: promossa!
Tocca a Malika Ayane che con coraggio si prende "Vivere" di Vasco Rossi e la fa diventare sua, donandole eleganza ma togliendole il fascino maledetto che aveva in origine. Così cosi.
Molto particolare la cover di Marco Masini, che omaggia l'amico Francesco Nuti e la sua "Sarà per te". Scelta molto sentita, in pochi si ricordano della canzone, ma non di Nuti, i cui film hanno fatto scuola. E la scelta di cuore - come dovrebbe sempre essere - paga: passa Marco Masini.


Questa la classifica finale della speciale gara delle cover:
1 - Nek – Se Telefonando
2 - Il Volo – Ancora
3 - Marco Masini – Solo Per Te
4 - Moreno – Una Carezza In Un Pugno
5 - Dear Jack – Io Che Amo Solo Te.
Poche le rivisitazioni degne di nota, molti si sono limitati al compitino e ben poco si ricorderà di questa serata. Trionfa con merito Filippo Neviani, che si porta a casa il nuovo fiore, "Cover", creato appositamente per l'occasione. La classifica parziale sembra rispettare i valori in campo, con una sfida tutta al maschile per la vittoria finale. I figliocci di Amici rischiano di fare il colpaccio grazie al Televoto, ma sarà difficile: Nek e Il Volo sembrano avanti a tutti nel gradimento. Tardano a sbocciare le grandi voci femminili di questa edizione, complici canzoni a rilascio lento: vedremo se verranno fuori alla distanza.

2 commenti:

-Alma- ha detto...

Della puntata di ieri me ne sono interessata ancora meno delle altre. Che senso ha riprendere canzoni sentite e risentite in tutte le salse e farci una puntata intera? Pareva davvero di vedere "I migliori anni", una puntata che in mezzo alle altre mi è sembrata solo un riempitivo, giusto per ingannare il tempo in attesa della finale.
Mi sono quindi data allo zapping ritornando comunque spesso su Rai 1. Di quello che ho visto mi sono piaciute Chiara e Annalisa (molto coraggiose, soprattutto la seconda) e Britti nella seconda parte della canzone, mentre dell'esibizione della Ayane ho gradito molto l'arrangiamento, la sezione degli archi in particolare.
Ad un certo punto ho visto un ragazzo suonare la chitarra ricordandomi molto lo stile di Van Halen, molto bravo. Non ho afferrato il suo nome però.

D'accordissimo su questa frase:
"La musica italiana ha estremo bisogno di nuovi talenti (non di voci, quelle sono fin troppe)"

Complimenti per tutto l'impegno messo in questi articoli :)

Nella Crosiglia ha detto...

Sempre bravo il nostro Antonello nelle sue recensioni. Concordo con Nek, anche se io mi occupo prevalentemente di cantanti stranieri, anche in questo caso!
Le serate non mi hanno entusiasmato, come quasi sempre d'altronde..ma Sanremo c'è e si deve fare!!!
Un abbraccione mio caro amico.!